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Giovan Paolo Lomazzo

 

 

 

 

 

* Biografia

 

* Opere:

*  A un penchiò da un bez

- da “Rabisch”:

* Del sora Scricc Baciòcch, Barzelletta sora del maridas

 

 

 

 

 

Bibliografia

 

 

Giovan Paolo Lomazzo, Autoritratto

 

 

 

 

 

 

A un penchiò da un bez

(a un pittore da un soldo)

 

El più stentà penchiò de tut Miran

A le un garzon dei Camp e dei Figin,

Compagn giurà de Togn de Bergamin,

E amis tut du d'Andrea che no g’ha pan.

 

Costor laghei andà de man in man

A baià chì e lì di su scouin,

Che fà penchiur nomà d'oltramarin,

Ch'in bon da forbì i chiap a Caurian.

 

Costor van coronà com es fà i bu

D'ai, de por, de meregasc e giand,

E mandai in trionf sura di su

 

Asnin; e in man spegasc pisnin e grand,

E incontra a lor ghe va la Stentaura

Che nomà di por su sen fa gran cura.

 

 

 

 

DEL SORA SCRICC BACIÒCCH,

         BARZELETTA SORA DEL MARIDAS

 

 

                       Ognun cor a maridas

                       Per podi fá quel lavor

                       Che fa i Pover e i Signor

                       Senza spes, nomà drovas,

5                     Ognun cor a maridas.

                       Nol comanda la scriciura

                       C'al se faghi ol matrimogn,

                       Sol per fà che la natura

                       Vaghi inanz al so besogn?

10                   E de quest ognun el procura

                       Com fa i medes ol solass,

                       Ognun cor a maridas.

                       Quant a mi se fos a tûlla,

                       Voriv tûn de sett o ott,

15                   Se doviss ben la briolla

Impegnà sul bell prim bott,

Ma i' ò assé de la Tognûla

Per no fà ca i' me brusas,

Ognun cor a maridas.

20                   Ognun cor a maridas,

C'al fa freg adess adess

er podis pû ben brazas,

E d'ognora stas apress

Sot e sora e fá fracass.

25                   Quest dol mond è '1 mior spass,

                       Ognun cor a maridas.

                       Fina i gril e i moschin

                       E’l pessam e i formigon

                       E le taquel e i ravarin

30                   E le sgnepp e i seguron

                       Van tug quant a sto bon fin

                       Da podis accompagnas,

                       Ognun cor a maridas.

                       Quant c'a sì su la matina

35                   Che 'v vesti di man in man,

                       A ve fè sà ona cierina

                       Da comúf on barbacan

                       E h fan ona pizighina

E pû 's meten a brazas,

40                   Ognun cor a maridas.

                       Guardé on pó che contentezza

A on marit e ona moir,

Quant a i s'ama e c'a i se prezza

Lu e l'olter con dovír,

45                   Oimè di che gran dolcezza

Ogni intrigh ai tûl in spass

Ognun cor a maridas.

Se per sort in quai facend

Al gha lûgh on po 'd consei

50                   Ognun de lor se ghe destend

                       Co' l'inzegn per fà el so mei

E tui do a i va crescend

Che on sol è com on sass,

Ognun cor a maridas.

55                   Ma l'è mo forza a di questa,

                       De sti omen da Milan,

Ch' a i comporta ona fantesca

Che no ghà asquas dol pan

E's vûl vest sora vesta

60                   Fin a fà i pantofei dass,

                       Sol per quel fa mal maridas.

 

 

Traduzione.

Del soprascritto Baciocch, barzelletta sul maritarsi. Ognuno corre a maritarsi, per poter fare quel lavoro che fanno i poveri e i signori senza spese, basta adoperarsi. Ognuno corre a maritarsi. Non comanda la Scrittura che si faccia il matrimonio solo per fare che la natura vada innanzi nel suo bisogno? E ognuno procura di fare questo come i medici fanno il sa lasso. Ognuno corre a maritarsi. Quanto a me, se fossi per prender moglie, vorrei prenderne sette od otto, dovessi anche impegnare il pirla già alle prime. Ma mi basta la Togna per non rischiare di bruciarmi. Ognuno corre a maritarsi. Ognuno corre a maritarsi perché presto fa freddo, per potere poi abbracciarsi bene e starsene sempre vicini, di sotto e di sopra, e far mattane: questo è il miglior spasso del mondo. Ognuno corre a maritarsi. Persino i grilli e i moscerini, i pesci e i formiconi, e le cornacchie e i cardellini e le beccacce e i verderelli, tutti mirano a questo buon fine, di potersi maritare. Ognuno corre a maritarsi. Quando siete sul mattino, che vi andate pian piano vestendo, vi fate un viso dolce da commuovere un barbacane. E lì si prendono per il ganascino e poi cominciano ad abbracciarsi. Ognuno corre a maritarsi. Guardate un po' che contentezza per un marito e una moglie quando si amano e si apprezzano l'un l'altro come si deve. Oh con che dolcezza si prende in allegria ogni difficoltà! Ognuno corre a maritarsi. Se per caso in qualche faccenda occorre un po' consigliarsi, ognuno di loro si dilunga con ingegno per fare il suo meglio; e tutti e due insieme crescono via via, mentre uno da solo è come un sasso. Ognuno corre a maritarsi. Ma è forza dire una cosa, di questi uo mini di Milano, che sopportano una fantesca che quasi non ha pane e vuole vesti sopra vesti, fino a farsi battere da lei con le pantofole. Sol per questo fa male il maritarsi.

 

 

 

 
Bibliografia

 

Rabisch, di Giovan Paolo Lomazzo e i Facchini della Val di Blenio, a cura di Dante Isella, ed. Einaudi 1993

La Lengua de Milan, Cesare Comoletti, ed. Selecta 2002

 

 

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